Mercato immobiliare 2021: registrate 710.000 compravendite

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Mercato immobiliare 2021: registrate 710.000 compravendite

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Appena concluso l’anno 2021 è tempo di bilanci nel settore immobiliare. Rispetto al 2020, che aveva registrato 511.431 compravendite immobiliari residenziali, nell’anno appena terminato è aumentato sostanzialmente il numero delle transazioni immobiliari residenziali nel mercato immobiliare italiano, raggiungendo le quasi 710.000 compravendite in ambito residenziale, mettendo a segno un +27% rispetto al 2020 e +18% rispetto al 2019, anno in cui sono state concluse 551.122 compravendite residenziali (Fonte: Rapporto del Consiglio Nazionale del Notariato per l’anno 2020).

Come naturale conseguenza della pandemia in corso dai primi mesi del 2020 sono cambiate alcuni comportamenti degli acquirenti di immobili residenziali. Infatti, per alcune tipologie di immobili, come ad esempio quelli con ampi ambienti interni (destinati ad uso studio, lavanderia, cucina abitabile, ecc..) e grandi spazi esterni (giardino o terrazzi vivibili), possibilmente indipendenti o con poche unità in condominio, è stato registrato un aumento dei prezzi, soprattutto nel secondo semestre del 2021, vale a dire da un 5% ad un 10% di media, a seconda dell’ubicazione dell’immobile (5% di aumento di media nei centri urbani di piccola-media grandezza, mentre il rialzo è stato di media del 10% nelle grandi città come Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Roma e Torino).

Tuttavia, non solo il mercato della prima casa conferma nel 2021 la sua aumentata dinamicità, condizionata dal desiderio delle famiglie italiane di migliorare la propria condizione abitativa, proprio in virtù del cambio di abitudini imposto dalla pandemia, ma è stato riscontrato, inoltre, un importante aumento del numero delle compravendite di seconde case, che sono state circa 180.000 nel 2021, ovvero +44% rispetto all’anno precedente, nel quale erano state registrate circa 125.000, e +30% rispetto al 2019 con circa 140.000 transazioni di seconde case. E’ facile comprendere che l’aumento del numero di compravendite di seconde case ha spesso una doppia finalità: da un lato, un utilizzo personale, per trascorrere i fine settimana oppure per vivere le proprie vacanze in maniera “più libera”, ossia evitando le restrizioni imposte dalla pandemia quali mascherine, distanziamento, ecc..), dall’altro, un investimento da destinare principalmente a locazioni brevi, molto richieste dopo l’esplosione della pandemia, proprio a causa della crescente diffusione di timori per motivi sanitari derivanti dalle ampie restrizioni che hanno interessato le strutture ricettive tradizionali (hotel, agriturismi, b&b, ecc.).

In Italia oggi si registrano circa 3,5 milioni di unità abitative, a fronte di 25,5 milioni di nuclei familiari che le abitano, mentre 5,5 milioni sono le seconde case turistiche e 4 milioni le unità residenziali non abitabili, quest’ultime definibili come <<immobili nell’ombra>>, in quanto unità immobiliari ubicati in piccoli paesi dell’entroterra, in comunità montane e in borghi. Nasce spontanea la considerazione che in particolare proprio tali immobili da ultimo menzionati dovrebbero esser sottoposti ad attività in parte di riqualificazione energetica ed in parte di consolidamento sismico, soprattutto utilizzando gli incentivi fiscali attualmente disponibili come il Superbonus ed il Bonus Casa ed, in parte, incentivati per finalità di locazione per breve periodi, tenuto conto della crescente domanda del mercato in tale direzione, domanda che spesso non viene soddisfatta con conseguenti perdite di opportunità di indotto positivo per l’economia locale e nazionale.

Dal momento che sempre più famiglie di italiani hanno deciso di utilizzare i propri risparmi per l’acquisto di seconde case, ci si augura che vengano evitati provvedimenti che possano risultare un disincentivo all’acquisto di un immobile, come il blocco degli sfratti e la riforma del Catasto, e quest’ultimo, in particolare, aumenterebbe sicuramente il già elevato carico fiscale immobiliare.

Leonardo Raso

 

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